Obiettivo 2030: da Rubbettino un saggio per realizzare un futuro sostenibile

Al Salone di Torino presentato il volume che aggiorna le conclusioni del Rapporto ASviS dopo l’inizio del ciclone Trump. “Mettere in campo le politiche e metterle in pratica è diverso”. In dialogo Giovannini, De Bortoli, Rossi, Saraceno e Bianchi.

di Flavio Natale

martedì 20 maggio 2025
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Nonostante tutto quello che si dice e si sente dire, la sostenibilità è viva e lotta insieme a noi”. Così Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha aperto l’evento di presentazione del libro Obiettivo 2030. Come trasformare l'Italia per un futuro sostenibile (Rubbettino editore), che si è tenuto il 15 maggio al Salone del libro di Torino all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

Il saggio, partendo dai risultati e da un’ampia sintesi del Rapporto ASviS 2024, si avvale di contributi di esperti ed esperte di rilievo per aggiornare le considerazioni del documento dell’Alleanza (uscito a ottobre scorso, poco prima del ciclone Trump) ed elaborare proposte concrete per il futuro. “Poiché non viviamo fuori dal mondo, abbiamo voluto chiedere ad autori e autrici di aiutarci ad attualizzare il Rapporto”, ha detto Giovannini. Alla stesura del testo hanno partecipato – oltre a Margherita Bianchi, Salvatore Rossi e Chiara Saraceno (in sala) e Ferruccio De Bortoli (in collegamento) – Nathalie Tocci, Carlo Carraro e Lucrezia Reichlin. I temi affrontati spaziano dal ruolo dell’innovazione e delle istituzioni nella crescita economica alle sfide per la decarbonizzazione dell’Ue, dalla leadership climatica europea alla riduzione dei costi della transizione, dalle politiche monetarie e fiscali verdi alle disuguaglianze di genere e intergenerazionali in Italia.

Quando si affronta il tema della sostenibilità ci sono tre fatti incontrovertibili”, ha esordito Salvatore Rossi, economista, già direttore generale della Banca d’Italia. “Primo: la sopravvivenza della Terra e del genere umano è legata a un cambiamento radicale di politiche e stili di vita. Secondo: il cambiamento deve coinvolgere tutti, il free riding non è ammesso. Terzo: il cambiamento simultaneo in tutto il mondo è tremendamente difficile”. Per questo, secondo Rossi, serve un ampio coordinamento internazionale che, se fino a qualche anno fa è stato molto fruttuoso, ha cominciato a infiacchirsi a causa di una campagna disinformativa che ha fatto leva sui costi economici della sostenibilità. “Il populismo predilige la nettezza, facilmente affiancabile alle falsità, diffuse a piene mani”, ha proseguito l’economista. “Chi intende ribattere deve ricorrere a ragionamenti complessi. Questo è il grande merito dell’ASviS. I Rapporti dell’Alleanza insistono sulla ricerca della verità”.

A seguire Ferruccio De Bortoli, presidente della Fondazione Corriere della Sera. “Ci troviamo di fronte a una fase di revisionismo strisciante”, revisionismo che sta influenzando le scelte dei partiti di tutta Europa. “Dobbiamo constatare che la paura di perdere consenso da parte della politica, non solo di centrodestra, è diventata superiore rispetto alle legittime preoccupazioni della transizione energetica e ambientale”. Su questo trend ha pesato molto il cambio di rotta dell’amministrazione Trump, e il conseguente voltafaccia di molti fondi d’investimento, paladini di sostenibilità fino a pochi mesi prima. “Tutto questo ha un aspetto positivo: è stata una prova di verità per il greenwashing. Stanno venendo a galla le posizioni di coloro che erano a favore delle decisioni ambientali fino al momento in cui non è cambiato il vento”. Un altro aspetto positivo rilevato da De Bortoli riguarda i cospicui investimenti degli ultimi anni nella transizione verde, che rendono oneroso fare marcia indietro. “Il costo del ripensamento è troppo elevato”, ha concluso.

Chiara Saraceno, honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino, ha offerto un’ampia panoramica sulle disuguaglianze nazionali, in particolare dal punto di vista sanitario e scolastico. “Il nostro welfare, che si è sviluppato tardi rispetto ad altri, ha sempre avuto un approccio universalistico sulla sanità”, ha detto Saraceno, “il Sistema sanitario nazionale ci ha reso formalmente tutti uguali. Mentre è sotto gli occhi di tutti che oggi, anche di fronte alla stessa malattia, abbaiamo chance e opportunità diverse di farci curare”. Fratture anche sul lato scolastico, sempre più in difficoltà nel tentativo di compensare divari sociali e sviluppare competenze di alunni e alunne in un mondo che è diventato “molto più complicato”. Saraceno ha anche accennato al “discorso miope” portato avanti da alcuni partiti sui fenomeni migratori, su cui si dovrebbe investire di più invece che di meno, anche per invertire il trend nazionale di denatalità.

Margherita Bianchi, responsabile del programma “Energia, clima e risorse” dell’Istituto affari internazionali (Iai), ha poi analizzato le azioni di politica europea in materia di clima, richiamando l’attenzione sull’importanza di considerare sempre il contesto globale. “La transizione energetica e la sostenibilità hanno dei tempi per forza di cose stretti. E ci sono dei costi. Questi due aspetti ci dimostrano che il cambiamento non possiamo portarlo avanti da soli”. L’Europa però è troppo dipendente da altri Stati sul piano energetico, dipendenza dovuta per Bianchi alla mancanza di una politica industriale comunitaria. “Ci siamo svegliati tardi”, ha commentato. Se l’Unione arranca sul lato industriale, è però all’avanguardia su quello legislativo. Anche se ultimamente sono nate forti opposizioni anche su quel fronte. “Ora che dobbiamo implementare le politiche e le leggi che abbiamo costruito la resistenza è evidente, e soprattutto fisiologica. Mettere in campo le politiche e metterle in pratica è diverso”, ha concluso.

Come si combattono quindi le resistenze e i dubbi? Elaborando proposte concrete per il futuro, e cercando di compiere qualche passo in avanti, anno dopo anno, nel processo di transizione verde. Ed è proprio quello che questo libro intende fare.