Sette tappe, molti temi: ecco gli spunti principali emersi dagli eventi ASviS del Festival
Etica, democrazia, transizione, resilienza delle città e delle filiere, ma anche AI, futuro e sostenibilità sociale: di questo e molto altro si è parlato nei convegni organizzati dall’Alleanza dal 7 al 23 maggio.
di Elita Viola
TAPPA DI MILANO: L’EVENTO DI APERTURA SU IMPRESE E TRANSIZIONE ECOLOGICA
7 maggio, Sostenibilità o competitività: un falso dilemma
Sostenibilità e competitività non sono in contrapposizione, ma sono anzi complementari e si rafforzano a vicenda. Sempre più imprese scelgono di investire nella sostenibilità, consapevoli dei vantaggi economici e reputazionali che ne derivano. È questo il messaggio emerso con forza dalle numerose esperienze raccontate durante l’evento che il 7 maggio ha dato il via alla nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Un incontro che ha visto anche la presentazione, a cura del direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini, del Rapporto di Primavera “Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050. Il falso dilemma tra competitività e sostenibilità”, realizzato dall’Alleanza in collaborazione con Oxford Economics. “Il quadro globale è drammatico e preoccupante tra attacchi alla scienza e alla transizione ecologica, guerre, aumento del debito nei Paesi in via di sviluppo e conseguenze della crisi climatica. Stiamo già subendo le conseguenze di queste situazioni, ma il rischio è pagare un prezzo ancora più alto a causa dell’inazione. Le imprese italiane che hanno scelto di investire nella transizione ecologica e digitale migliorano le condizioni economiche, aumentano la produttività, la competitività e i profitti”, ha spiegato Giovannini.
TAPPA DI GENOVA: LA BIODIVERSITÀ AL CENTRO
9 maggio, “L’elefante nella stanza. Il valore (non solo ambientale) della biodiversità”
Nel Palazzo ducale di Genova, la seconda tappa ha acceso i riflettori sulla biodiversità come leva strategica per il futuro. Al centro dell'incontro, il nuovo Regolamento europeo sul ripristino della natura, che prevede il ripristino degli ecosistemi degradati in tutta l’Ue di almeno il 20% entro il 2030 e il 90% entro il 2050. Per l’occasione l’ASviS ha presentato un documento dal titolo “La Nature restoration law: un’opportunità per l’Italia”, che analizza nel dettaglio i principali ecosistemi, evidenziando criticità e opportunità di intervento, e formula proposte concrete su come definire il Piano nazionale di ripristino in Italia. Sul tema si è soffermato anche Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica: “La tutela degli ecosistemi deve diventare una priorità. Grazie alla Strategia nazionale sulla biodiversità, intendiamo costruire politiche concrete e durature. E il Piano nazionale di ripristino lo costruiremo pensando non solo agli italiani del presente, ma anche a quelli del futuro”.
TAPPA DI VENEZIA: CITTÀ RESILIENTI E FUTURI AL CENTRO
13 maggio, “Via col vento (caldo)? Città e patrimonio artistico di fronte alla crisi climatica”
Nell’ambito della terza tappa, un articolato confronto sulle sfide urbane legate al cambiamento climatico, in cui sono stati messi in luce approcci innovativi per trasformare le fragilità delle città in opportunità di rigenerazione sociale, ambientale ed economica. Per Hélène Chartier, direttrice Urbanistica e design presso C40 Cities, la ricetta è costituita da città compatte, multifunzionali, policentriche, con maggiore mobilità dolce e spazi verdi, mentre secondo Ferruccio Resta, presidente della Fondazione Politecnico di Milano, “la mobilità, insieme alle infrastrutture, può essere parte della soluzione”. E ancora, Enrico Quarello, responsabile comunicazione di Coop Alleanza 3.0, ha raccontato: “dal 2023, per rifornire i nostri punti vendita in città [Venezia, ndr], usiamo una barca elettrica riducendo così sia le emissioni che il moto ondoso”. Tante best practice per trasformare il nostro Paese in chiave più sostenibile, come le 125 contenute nel documento ASviS “Le buone pratiche dei territori 2024/2025”.
14 maggio, Future Day 2025
Una giornata, moderata dal giornalista Riccardo Luna, che ha dato voce a istituzioni, imprese e soprattutto giovani, con l’obiettivo di ripensare insieme un futuro sostenibile, inclusivo e supportato dall’innovazione. È in questo contesto che l’ASviS ha lanciato Ecosistema Futuro, un progetto – ha spiegato Enrico Giovannini - che si muove lungo tre direttrici: ricerca, formazione e supporto alle politiche pubbliche. L’iniziativa affonda le radici nell’articolo 9 della Costituzione italiana, che riconosce gli interessi delle “future generazioni” tra i principi fondamentali della Repubblica e trova ispirazione nel Patto sul Futuro (tradotto in italiano), approvato dall’Onu nel settembre 2024. Ma sono stati i giovani under-30 i veri protagonisti dell’evento: ricercatori, attivisti, imprenditori e artisti che costruiscono il futuro già oggi e che hanno raccontato i loro progetti: dall’informazione alle startup aerospaziali, dalle nanotecnologie in medicina all’attivismo musicale.
TAPPA DI BOLOGNA: ETICA, DEMOCAZIA E FILIERE SOSTENIBILI
14 maggio, “Etica, democrazia, libertà e sostenibilità in un mondo difficile”
In un contesto segnato dall’ascesa dei nazionalismi, dalla crescente polarizzazione del dibattito pubblico e da un uso distorto dell’informazione a fini politici, il legame tra democrazia, etica e sostenibilità appare sempre più fragile. Le tensioni geopolitiche e l’impasse delle istituzioni, sia nazionali sia internazionali, nel rispondere alle istanze dei cittadini alimentano un senso diffuso di sfiducia. Intanto, concetti fondamentali come libertà, rispetto e responsabilità vengono messi in discussione da una narrazione che esalta soluzioni semplicistiche e tecnologie salvifiche, slegate da ogni riferimento ai valori fondanti del vivere civile. Queste i temi al centro della riflessione che ha visto intervenire, tra gli altri, il cardinale Matteo Maria Zuppi: “Oggi, il “prima io” deve lasciare spazio al “prima noi”: la crisi climatica e le altre sfide globali ci dimostrano che senza unità non possiamo affrontare i problemi del Pianeta. […] Il mondo digitale ha amplificato l’io, ma l’individualismo, che viene spesso presentato come forma di emancipazione, in realtà ferisce l’individuo stesso: lo isola, lo indebolisce”.
19 maggio, “Distretti e filiere sostenibili e resilienti per lo sviluppo dell'Italia”
I modelli di produzione e consumo sono delle leve strategiche per rafforzare la resilienza delle filiere industriali e agroalimentari, cogliendo così le opportunità della transizione ecologica. Un tema particolarmente urgente per territori come l’Emilia-Romagna, recentemente colpita da eventi alluvionali, che evidenziano la necessità di ripensare profondamente i rapporti tra produzione, ambiente e comunità. È questo il tema a cui è stato dedicato l’evento della tappa bolognese, nel corso della quale si è discusso delle implicazioni della direttiva Ue sulla Corporate sustainability due diligence, con un confronto sulle buone pratiche di economia circolare, innovazione e coesione sociale già presenti nel tessuto produttivo italiano. Tra le proposte emerse, anche un focus sul potenziale del deposito cauzionale per i contenitori per bevande come strumento per incentivare filiere più circolari, su cui l’ASviS ha presentato un documento.
TAPPA DI TORINO: MULTILATERALISMO, COMUNICAZIONE, AI E PROSPETTIVE PER L’ITALIA
15 maggio, “Crisi delle democrazie e declino del multilateralismo”
Cooperazione, tenuta delle istituzioni democratiche e fine dell’ordine multilaterale nato nel secondo dopoguerra: Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha aperto la riflessione denunciando il ridimensionamento della sostenibilità nelle agende politiche globali: “La parola sostenibilità è stata cancellata da Trump con un ordine esecutivo”, ha ricordato, sottolineando come anche in Europa diverse forze politiche reazionarie stiano minacciando passi indietro sul Green Deal e come invece, oggi, il mondo finanziario riconosca ormai la sostenibilità come un fattore di stabilità. Secondo Riccardo Alcaro, ricercatore dell’Istituto per gli affari internazionali (Iai), l’Europa deve urgentemente ridefinire la propria autonomia strategica, abbandonando la dipendenza dagli Stati Uniti in materia di sicurezza e politica estera.
15 maggio, “Obiettivo 2030. Analisi e proposte per un'Italia sostenibile”
“Nonostante tutto quello che si dice e si sente dire, la sostenibilità è viva e lotta insieme a noi”. Così Enrico Giovannini ha aperto l’evento di presentazione del libro Obiettivo 2030. Come trasformare l'Italia per un futuro sostenibile, che si è tenuto al Salone del libro di Torino. Il saggio, partendo dal Rapporto ASviS 2024, si avvale di contributi di esperti ed esperte per aggiornare le considerazioni del documento dell’Alleanza (uscito a ottobre scorso, poco prima del ciclone Trump) ed elaborare proposte concrete per il futuro. I temi affrontati spaziano dal ruolo dell’innovazione e delle istituzioni nella crescita economica alle sfide per la decarbonizzazione dell’Ue, dalla leadership climatica europea alla riduzione dei costi della transizione, dalle politiche monetarie e fiscali verdi alle disuguaglianze di genere e intergenerazionali in Italia. “Quando si affronta il tema della sostenibilità ci sono tre fatti incontrovertibili”, ha esordito Salvatore Rossi, economista, già direttore generale della Banca d’Italia. “Primo: la sopravvivenza della Terra e del genere umano è legata a un cambiamento radicale di politiche e stili di vita. Secondo: il cambiamento deve coinvolgere tutti, il free riding non è ammesso. Terzo: il cambiamento simultaneo in tutto il mondo è tremendamente difficile”.
16 maggio, “Si fa presto a (non) dire sostenibilità”
Disinformazione, polarizzazione dei dibattiti, fake news e negazionismo. Il contesto in cui viviamo richiede il rafforzamento di una corretta informazione e di una rinnovata fiducia nella scienza. Ma con quali strumenti possiamo riuscirci? Come comunicare la sostenibilità? Secondo Andrea Alemanno, responsabile delle Service Line Public Affairs e Corporate Reputation di Ipsos, che ha illustrato i dati di una recente ricerca dell’istituto: “Siamo in una fase storica in cui non si crede più a nessuno, in Italia solo il 61% crede negli scienziati”, ha sottolineato, ricordando che la disinformazione “riguarda anche la tenuta della democrazia”. A seguire, Federico Ferrazza, direttore di Italian Tech e di Green&Blue di Repubblica, ha osservato come oggi “gran parte della disinformazione sia dovuta spesso alla creazione di false correlazioni tra causa ed effetto”. Un esempio? La crisi economica della classe media, con la colpa attribuita erroneamente al Green Deal e alle politiche ambientali. “Cosa possiamo fare noi? Unire i puntini, trovando le giuste correlazioni causa-effetto per aiutare il pubblico a capire perché la transizione ecologica può funzionare ed è conveniente”. E bisogna trovare anche modalità variegate per arrivare a un pubblico il più ampio possibile, con linguaggi diversi come l’arte e la musica, e strumenti come “Il Glossario della sostenibilità”, nato dalla collaborazione tra ASviS, Ferpi e Rai per la sostenibilità – Esg, che attraverso 100 parole spiega cose complesse in modo semplice.
16 maggio, “Oltre l'Algoritmo: intelligenza artificiale e futuro della società”
“Come sarà l’intelligenza artificiale nel 2030? E che rapporto c’è tra AI e sostenibilità? Quest’ultima sarà aiutata dall’AI oppure messa da parte?”. Così il giornalista Luca De Biase ha aperto l’evento che, al Salone del Libro di Torino, ha riunito esperti, accademici e rappresentanti del mondo industriale per riflettere sul tema. Flavio Natale, redattore di FUTURAnetwork, ha presentato “Mille schegge di intelligenza artificiale”, libro che indaga proprio effetti e possibili evoluzioni dell’AI su aspetti cruciali della società, oltre a illustrare un’innovativa sperimentazione fatta da dialoghi tra intelligenze artificiali sugli scenari dei prossimi anni. Un volume che rivela anche la complessità del tema, come evidenziato da Natale: “Difficile prendere una posizione netta sull’AI: ad esempio consuma molte risorse, ma sta anche aiutando a risparmiarle”. Sulla stessa linea anche l’intervento di Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: “Una call di dieci minuti su Zoom ha un impatto calcolabile, ma dimentichiamo che sostituisce spostamenti ben più inquinanti”. Quindi, ha aggiunto: “La sostenibilità digitale si gioca su due piani: sostenibilità del digitale e sostenibilità grazie al digitale”. Infine, una riflessione sull’etica: “L’etica è nostra, non delle macchine. Non esistono ancora intelligenze artificiali ‘pensanti’. Sta a noi costruire un’etica sociale per governare questi strumenti”.
TAPPA DI NAPOLI: LA SOSTENIBILITA’ SOCIALE AL CENTRO
21 maggio, “Nessuno resti indietro. La sostenibilità sociale come fattore abilitante”
Proteggere, supportare la comunità e aumentare i livelli di inclusione sociale sono le azioni che possono migliorare il pianeta perché senza sostenibilità sociale non c’è sostenibilità economica e sostenibilità ambientale. Marcella Mallen, presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha posto le giovani generazioni al centro del suo discorso: “dobbiamo prendere sul serio i giovani e [..] puntare su di loro per potenziare i processi di innovazione di cui la società e l’economia hanno grande bisogno per progredire”. Mallen ha poi presentato il nuovo documento dell’ASviS “Le giovani generazioni tra presente e futuro”, rivolto alle docenti e ai docenti delle scuole, che offre non solo un’analisi dell’attuale condizione giovanile, ma anche esperienze positive di educazione e materiali didattici. All’evento è intervenuto anche il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Marco Riccardo Rusconi, che ha sottolineato come interdipendenza e interconnessione siano le parole chiave per ispirare l’azione della cooperazione e permettere di avere un impatto positivo sulla comunità internazionale: “La cittadinanza globale è un vettore di sostenibilità, è un abilitatore anche della democrazia, è un fattore di inclusione e anche di giustizia sociale”.
TAPPA DI ROMA: L’EVENTO DI CHIUSURA E I RISULTATI RECORD DELLA NONA EDIZIONE
23 maggio, “L’ora della verità per lo sviluppo sostenibile a dieci anni dall’Agenda 2030, dagli Accordi di Parigi e dalla Laudato Si’”.
Come ogni anno, anche la nona edizione del Festival si è chiusa con un evento presso l’Aula dei Gruppi parlamentari, dove in qualità di vicepresidente della Camera è intervenuto Giorgio Mulè: “Il Festival dimostra come solo una collaborazione aperta e strutturale possa trasformare i principi in azioni concrete. Dal patrimonio raccolto in questi giorni emerge una chiara chiamata all’azione”. E ha indicato tre leve per accelerare la transizione: “La finanza sostenibile, l’innovazione tecnologica, da sviluppare in ottica antropocentrica, e la partecipazione civica, soprattutto dei giovani”. Amina Mohammed, vicesegretaria generale delle Nazioni Unite, intervenendo con un videomessaggio, ha affermato: “La posta in gioco è alta: oggi solo il 35% degli Obiettivi di sviluppo sostenibile è in linea o presenta progressi modesti. Ma ci sono segnali di speranza: si abbandonano i fossili, sempre più persone stanno uscendo dalla povertà. Il Patto sul futuro rinnova il nostro impegno per la solidarietà globale. Questo Festival dimostra ancora una volta la forza delle persone che si uniscono: le Nazioni Unite sono al vostro fianco”. Infine, è intervenuto il segretario generale dell’ASviS Giulio Lo Iacono. Nella sua relazione, ha evidenziato i messaggi principali emersi dal Festival: “Non rendicontare è come togliersi il termometro illudendosi di superare la febbre. Le imprese più avvedute hanno capito che la sostenibilità non è in contrasto con la competitività. Quando abbiamo iniziato il Festival avevamo timori per lo scenario internazionale, invece è stata un’edizione da record. Ma l’Italia non è ancora su un sentiero di sviluppo sostenibile, abbiamo un quadro di politiche contradditorio”.
di Elita Viola