1300 eventi, tanti linguaggi, un unico obiettivo: un futuro più sostenibile
Dai concerti ai clean up in barca, passando per cinema, teatro e sport: al Festival dello Sviluppo Sostenibile la società civile ha dimostrato il suo impegno per l’Agenda 2030 con una partecipazione senza precedenti.
di Maddalena Binda
Aperitivi a spreco zero, spettacoli teatrali e giornate di pulizia in barca. Da Nord a Sud, la nona edizione del festival dello Sviluppo Sostenibile ha testimoniato come la società civile creda nella possibilità di realizzare un futuro più giusto. E lo ha fatto non solo attraverso convegni e seminari, ma anche con tanti linguaggi diversi per arrivare a un pubblico il più ampio possibile. I protagonisti? Migliaia di cittadine e cittadini, insieme a enti del Terzo settore, scuole, università, imprese e amministrazioni locali che hanno animato il mese di maggio con oltre 1300 iniziative innovative e coinvolgenti. Una partecipazione da record che ha confermato la centralità dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile nel dibattito pubblico italiano. Centinaia di iniziative sono state organizzate dagli atenei appartenenti alla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) e circa 500 dai Festival territoriali.
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Lo sviluppo sostenibile tra musica e cinema
Il 5 maggio l’Università degli Studi di Padova ha ospitato per la prima volta in Italia lo spettacolo musicale “Choirs for ecocide law: let's change the rules", un progetto nato tra Finlandia e Danimarca. Sul palco oltre 150 persone, tra coristi e musicisti, che hanno dato vita a una performance per riflettere, attraverso la musica, sulla necessità di rendere la distruzione ambientale su larga scala un crimine internazionale. Un'esperienza immersiva, dove arte e attivismo si sono fusi in un unico messaggio: è tempo di cambiare le regole per difendere il pianeta. La musica è stata protagonista anche a Bologna, dove il 16 maggio il concerto “Salendo sull’arca - dialoghi tra scienza e arte”, promosso dall’Università di Bologna, ha accompagnato il pubblico in un viaggio immaginario verso una società senza sprechi.
Oltre alla musica, anche il teatro può contribuire al dibattito su questi temi. Lo spettacolo “Clima con delitto. Alla ricerca del colpevole del crimine del secolo”, andato in scena il 19 maggio a Pordenone, ha trasformato gli spettatori e le spettatrici in una giuria chiamata a decifrare gli indizi per risolvere il “delitto del secolo”: chi è responsabile del riscaldamento globale?
Il cinema è stato protagonista a Corato, in provincia di Bari, dove troupe cinematografiche provenienti da tutta Italia hanno partecipato al contest 4 giorni su se7, organizzato da Arcadia Kinema. La sfida? Realizzare un cortometraggio documentaristico o di fiction su uno o più dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile in quattro giorni. A vincere la terza edizione è stato “Matteo Renato Imbriani”, un corto dedicato al politico pugliese e al suo contributo per la costruzione dell'acquedotto pugliese, in linea con il Goal 6 “Acqua pulita e servizi igienico sanitari” dell’Agenda 2030.
La forza narrativa del cinema ha animato diverse rassegne in tutta Italia: da “Eco-forum. Sguardi sulla sostenibilità”, promosso dall’Università Tor Vergata di Roma, con la proiezioni di film sull’ambiente all’anteprima dei cortometraggi del progetto “Am - Movie/Oltre film festival Junior” organizzata dal Comune di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, dall’evento “Pianeta mare film lab” dedicato al rapporto tra essere umano e oceano dell’Università degli Studi di Genova alla rassegna di documentari sulla montagna “Sentiero cinema: ghiacciai. Biodiversità. Montagne selvagge” promossa dal Club alpino italiano a Pordenone.
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La sostenibilità si mette “in mostra”
A Valmontone, in provincia di Roma, il 19 e il 20 maggio l’esposizione fotografica "Ridurre le disuguaglianze uno scatto alla volta", promosso da San Michele Arcangelo Onlus, ha dato voce a esperienze, sogni, ostacoli e speranze delle persone che vivono in situazioni di fragilità e marginalità, con l’obiettivo di promuovere una cultura della solidarietà e della parità. Dal 6 al 16 maggio a Urbino l’Università degli Studi di Carlo Bo ha allestito la mostra HeArt, 50 pannelli con disegni di bambine e bambini della Palestina e cartelli esplicativi sulla realtà della Striscia di Gaza.
Anche il fumetto è portavoce di cambiamento: dal 9 al 23 maggio la Fumettoteca nazionale Alessandro Callegati 'Calle' di Forlì ha esposto “Caterina Sforza: storie di ieri per storie di oggi”, una selezione di opere che affrontano gli stereotipi e i ruoli di genere. A Pavia la mostra "GenerAzione cibo", nata all'interno di un progetto finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzata dall’Università degli Studi di Pavia, ha affrontato il tema dello spreco alimentare. Con i cibi “brutti, ma buoni” che rischiavano di essere buttati sono stati preparati “aperitivi zero spreco”, a cura della Parrocchia di Soliera, in provincia di Modena, e un pranzo circolare all’interno dell’evento “Occhio allo spreco”, promosso a Roma dalla Federazione artigiani e piccoli imprenditori.
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Flash mob, feste e tornei: la sostenibilità è inclusione
A Gravina in Puglia, in provincia di Bari, il 17 maggio l’associazione Supereroi ha organizzato il laboratorio “Siamo tutti nella rete! Sono un supereroe se...” per raccontare alle bambine e ai bambini come “essere dei supereroi” e contrastare il bullismo, il cyberbullismo, la violenza e le discriminazioni. Venerdì 23 maggio la Piazza dell’Immacolata a Roma si è trasformata in uno spazio di espressione collettiva, accoglienza e impegno civile con il progetto Albero delle identità di Happy coaching and counseling. Durante l’iniziativa si è svolto anche un “flash mob per la prevenzione della violenza di genere e di qualsiasi genere di violenza” per affermare con forza un principio essenziale: non esiste sviluppo sostenibile senza giustizia sociale, educazione affettiva e prevenzione della violenza.
Il 30 maggio a Collebeato, in provincia di Brescia, il Comune e l’associazione Adl a Zavidovici organizzano una vera e propria “Festa dei nuovi cittadini” per celebrare le persone che negli ultimi tre anni hanno ottenuto la cittadinanza italiana, testimoniando il valore della diversità e della multiculturalità della nostra società. Lo stesso giorno a Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, a farsi promotore della solidarietà e inclusione è la seconda edizione di “Calcio comunità educante”, il primo festival di calcio sociale organizzato per riflettere sul ruolo dello sport nella lotta al razzismo e alle disuguaglianze. Il festival pone inoltre l'accento sui diritti legati allo sport, sottolineando come l'accesso alle attività sportive debba essere garantito a tutti e tutte, indipendentemente da età, genere, origine e condizione sociale.
In movimento per la sostenibilità
Lo sport, con la sua capacità unica di unire persone di ogni età, cultura e provenienza, rappresenta un potente veicolo per promuovere la sostenibilità ambientale. Un esempio è l’Ecomaratona, organizzata il 10 maggio dall’Istituto comprensivo Completo di Asola, un percorso a tappe che ha congiunto cinque Comuni per promuovere ecoliteracy e tutte le dimensioni della sostenibilità. Partiti alle 4 di mattina con una fiaccola per rappresentare la luce e l'energia dell'educazione sostenibile per il futuro della comunità.
Il 25 maggio a Casciana Terme, in provincia di Pisa, si è tenuta una delle tappe del “Giro d’Italia di plogging”, una corsa o eco-passeggiata per raccogliere i rifiuti, promuovendo l’attività fisica. Le giornate di clean up non si sono limitate alla pulizia della terraferma, ma anche dell’acqua: il 15 maggio a Venezia le studentesse e gli studenti dell’Università Ca’ Foscari hanno preso parte a un clean up della laguna a bordo delle dragon boat.
E cosa fare con i rifiuti recuperati? A Manduria, in provincia di Taranto, le 30mila bottiglie raccolte dalle campagne sono state utilizzate per realizzare l’opera Lovers di Klimt. Nata come una sfida social, riPUGLIAmoci si è ormai trasformata in un’occasione per riflettere sull’importanza della tutela ambientale, con uno sguardo rivolto al futuro. A Monza gli scarti tessili sono stati utilizzati per creare un’altra opera d’arte collettiva durante l’evento “Oggi di moda, ma domani? La fast fashion e i rifiuti tessili”, promosso il 25 maggio da Legambiente per sensibilizzare la cittadinanza sul destino dei vestiti che acquistiamo.
di Maddalena Binda